Didattica
Suonare dal vivo
Simulando una tipica giornata di un chitarrista che va a suonare dal vivo parliamo di:
- Posizionare lastrumentazione
- La spia... che miamava
- Dalla fine del soundcheck al palco
- Il concerto: stare sulpalco
- Il concerto: alcuneregole dello show
Alcune regole
Per il musicista che suona spesso in giro ci sono alcune regole, anche banali ma importanti, che non si trovano sui libri ma che si conquistano sul campo. Queste, se rispettate, aiutano a svolgere meglio il proprio lavoro, limitano imprevisti e ogni tanto le brutte figure. Alcune sono tecniche (e seguiranno il discorso che da anni portiamo avanti), altre sono di tipo comportamentale. Riguardo a quest'ultime, tengo a precisare che non sono leggi scritte, ma soltanto il frutto di un po' di esperienza acquisita e condivisa con altri musicisti.
Ne parleremo simulando una classica giornata nella quale si va a suonare. A partire da quando arriviamo sul posto quando, purtroppo, bisognerà …
Scaricare la strumentazione
Questo è un compito potenzialmente pericoloso se non si adottano piccoli accorgimenti
- Se tocca a voi scaricare la vostra strumentazione:
indossate dei guanti. Non importa quali siano, ma proteggetevi le dita!
E' vero, è una scocciatura, ma fatelo almeno per i pesi grossi tipo le casse, il rack.
Fatelo anche dopo avere finito di suonare. Proprio in quel momento, quando si è meno vigili e più stanchi, è facile commettere distrazioni. Meglio indossarli di nuovo.
- Nel sollevare da terra grossi pesi, soprattutto se siete obbligati a chinarvi con la schiena in avanti, è meglio piegare leggermente le gambe per non scaricare tutto sulla schiena ed evitando strappi muscolari.
Una volta scaricata la strumentazione è il momento di decidere…
Come e dove posizionare l'amplificatore sul palco?
Sinistra o destra? Non esistono regole particolari, ma se nella vostra band c'è un altro strumento armonico, ad esempio chitarra o tastiere, è preferibile posizionarsi dalla parte opposta.
A quale distanza posizionare le casse? Sui palchi di piccola e media grandezza, dove non è possibile utilizzare volumi troppo alti, è meglio non superare i 3,50mt di distanza da se stessi, soprattutto se non avrete monitor a disposizione
Diversamente, a maggiore distanza, sarete costretti ad utilizzare un volume veramente alto.
Questo tipo di volume, potrebbe disturbare il resto della band e il fonico, che tra l'altro, ha un grosso potere in mano: quello di potervi "spegnere fuori" se vi ritiene sufficientemente alti dal palco per stare nel mix.
Pensate che un suono che raggiunge voi nel giro di 6 mt, raggiunge anche gli altri che sono "a raggio" ad una distanza simile.
Praticamente se il palco è piccolo, raggiungerà tutti quanti.
Con un monitor, invece, questa distanza può aumentare di poco senza dover aumentare il volume.
Ecco il perché:
Il monitor aggiunge una distanza leggermente più corta (es. 1,50mt) a quella già esistente (es. 3,50mt), facendovi ottenere 5mt di piena copertura.
In più, ricordate che il monitor, lavorando su un campo più corto e direzionato rispetto all'ampli, non coinvolge gli altri come l'amplificatore.
Questo discorso non è valido quando il soffitto è basso (che è una difficoltà per tutti) o quando c’è direttamente dietro qualcuno.
Mantenere sollevato l’amplificatore. Spesso lo si fa per sentirsi meglio. In questa maniera il suono che si ascolta sarà prevalentemente "diretto".
Un suono diretto nelle orecchie è più chiaro di uno che ci perviene dopo qualche riflessione (come quello dato dalla cassa a terra).
Il suono diretto si mostra dunque:
- Più definito. Perché mantiene dei particolari quali l'attacco e le frequenze originali rispetto a quello indiretto che perde nelle riflessioni prima di arrivare a voi.
- Più potente. C'è bisogno di minore volume per sentirsi perché il suono è esattamente dietro alle orecchie.
(Alcuni chitarristi adottano la scelta di sollevare le casse con altre identiche ma prive di altoparlanti).
Si rivelerà un’ottima scelta allo scopo di:
- Un rendimento standard. Essendo l'altezza sempre la stessa, ogni sera vi permetterà di tenere un volume molto simile nei vari locali che frequentate perché il vostro ascolto sarà sempre identico.
- Sicurezza della stabilità. Sono fatte proprio per essere sovrapposte. Ci sono gli incastri. Non scivolano, resistono alle vibrazioni, rimangono ferme.
- Estetica. E’ più bella da vedere che non una sedia o uno sgabello. Ma allora tutti quei muri di amplificatori, tutte quelle decine di casse che si vedono montate sui grandi palchi? Pura scena! La stragrande maggioranza di esse non è neppure collegata o addirittura vuota. Può capitare che in una parete di casse solo una o due siano collegate. Raramente di più, a meno che non servano al chitarrista come monitoraggio nei diversi punti del palco. Purtroppo è una attrezzatura altresì costosa e necessita oltretutto di un mezzo di trasporto adeguato.
Vantaggi del suono riflesso:
- grintoso, spinto, e soprattutto più carico di bassi; alcuni dicono anche più bello (dipende dai gusti)
- Il suono si mostrerà meno duro.
Qual’è allora il miglior posizionamento?
Quello che suona meglio secondo il vostro gusto. Provatene diversi e dategli una motivazione, uno scopo. Ad esempio, se ci tenete a mantenere il volume veramente alto per avere più spinta del finale (tutti lo vogliamo) potreste provare a far ciò che segue:
1 - Suonare con la cassa posizionata a terra, non mettendo la chitarra nel monitor.
Più sarete vicini all'ampli, meno lo sentirete se lo alzate di volume. (Soprattutto se siete alti di statura).
In questo caso le casse svasate sono le più consigliate, poiché agiscono un poco anche sulle corte distanze.
Con questo tipo di set-up esiste tuttavia una leggera controindicazione: le prime file del pubblico, infastidite dal volume alto e dritto in faccia, indietreggeranno creandovi il vuoto di fronte.
Questo non è bello da vedere oltre che poco motivante per voi che siete sul palco, tuttavia non ritengo debba avere priorità nel trovare il vostro feeling sul palco.
2 - Cassa a terra + monitor
Molti sono soliti mantenere la cassa a terra per avere la "spinta, la pompa" soprattutto nelle distorsioni combinate con la presenza e la definizione della direzionalità data dal monitor.
Quando si aggiunge un'ulteriore fonte di riproduzione in un altro punto del palco (il monitor a qualche passo dall'amplificatore) la definizione nell'ascolto andrà ad aumentare.
Verrete "accerchiati" dal suono.
3 - Amplificatore sollevato - no monitor
Questa sistemazione offre al chitarrista un suono definito, nudo e crudo come esce dalle casse.
Non tutti si trovano a proprio agio suonando in tal modo.
Effettivamente non è facile, ma è questione di "farci l'orecchio".
Il pro di questo set-up è che ci aiuta a sentire le minime imperfezioni esecutive e di conseguenza a migliorarci.
4 - Amplificatore sollevato da terra + monitor
Ecco il massimo della definizione e dunque un sistema indicato per chi voglia essere certo di avvertire ogni minima imprecisione.
In questo modo non “scappa nulla” ed è anche più semplice suonare rispetto al set-up che abbiamo visto prima.
Qui le fonti di emissione sono due e dunque maggiore è il coinvolgimento acustico.
Personalmente, prediligo i set-up 2 e 4.
Direzionare la cassa (o le casse)
- Collocarla/e in modo da essere al centro della diffusione sonora.
- Evitare di direzionarla verso gli altri (in particolare verso il cantante). Per quanto riguarda i cantanti è meglio aprire una parentesi. Bisogna tener conto che, oltre un certo volume, non possono andare perché hanno un limite fisico (che varia da ugola a ugola). Si può alzare il volume del monitor, ma dopo una certa soglia questo inizia a 'fischiare". Il cantante allora si troverà costretto a forzare la voce e urlare per riuscire a sentirsi. Il rischio è quello di fargliela perdere o "rompere" nel peggiore dei casi. Senza il cantante non si guadagna! Se il chitarrista suona male, lui solo farà una brutta figura, se il cantante canta male, la farà tutta la band. Proteggete il vostro cantante e proteggerete voi stessi!
- Per quanto riguarda il batterista, accordatevi sulla possibilità di spostare leggermente in avanti le casse rispetto alla sua posizione se è il volume della chitarra a distrurbarlo.
Detto discorso non è valido se utilizzate una cassa con il retro aperto.
Collegarsi alla corrente
La volta scorsa, parlando di alcune "regole per cablare un rack", abbiamo valutato l’importanza di avere una sola presa di corrente uscente dal nostro rack che alimenta tutte le nostre apparecchiature. Organizzarsi in questa maniera è semplice. E’ possibile, ad esempio, fissare una multipresa nel rack alla quale collegare tutti gli strumenti. Basterà collegare una spina e sarete pronti! Non dipenderete da nessuno e ne guadagnerete in immagine nei confronti del fonico che, viceversa impazzirebbe a cercare le prolunghe. Realizzatela con un cavo lungo minimo 6 metri. Capita spesso che la fonte di alimentazione non sia vicina. Considerate, inoltre, che il primo metro lo si perde nel tratto dell’ampli a terra.
ATTENZIONE: spesso capita di dover spostare in un altro posto una ciabatta con un cavo lungo, bisognerà allora staccare le spine.
Raccomandate di avvisarvi ogni volta che questa operazione avviene, affinché possiate spegnere prima tutte le vostre unità MIDI.
Se la corrente viene a mancare all’improvviso, ecco ciò che può capitare alle vostre macchine.
- Perdere i canali MIDI. La macchina non risponde fino a che non verranno reimpostati.
- Perdere le memorie. Se non le avete salvate precedentemente, le avete perse per sempre…
Se qualche presa balla nella ciabatta fornita dal locale, chiedete al fonico se gentilmente può scocciarla. Le vibrazioni, durante un concerto, sono tante. C'è il rischio di far andare e venire la corrente ed incorrere nelle stesse difficoltà appena citate. Ora che abbiamo attaccato la corrente e fatto i vari collegamenti possiamo procedere come segue.
Accendere l'amplificatore
Una piccola regola di convivenza...
Accendere l'ampli, suonare per pochi secondi per sincerarsi che tutto sia O.K. Aspettare il proprio turno per il sound check restando a disposizione, possibilmente sul palco, senza suonare! Conoscendo bene i propri suoni, pochi attimi sono sufficienti per ascoltarne i principali (non tutti) e assicurarsi che tutto funzioni correttamente. Ora vorrei essere un po' pignolo. E' possibile che chi suona durante il sound check quando non è il suo turno, possa avere dei problemi di che non aveva avvertito prima e che conviene risolvere. Questi possono essere di diversa natura.
- Ego e autoaffermazione. Non è sicuro di sè stesso e potrebbe cercare conferme negli altri.
- Infantilità. Ovvero entusiasmo in forma controproducente. Non sa contenersi e allora suona...
- Inesperienza. Non ha avuto abbastanza esperienze e non sa valutare come funzionano le cose. In poche parole, è un comportamento da "spina". Tra l'altro, il fonico lo ha già inquadrato. Ricordate che il fonico è colui che decide cosa fare di voi mentre suonate. (Il rapporto con il fonico lo vedremo nei prossimi appuntamenti).
- Mancanza di educazione e rispetto. Può essere invece, che sia semplicemente un esibizionista e perciò deve imparare a vivere con gli altri.
Raramente un bravo musicista si comporta in tal modo proprio perché, maturando e suonando nel corso degli anni si è creato un’autodisciplina che lo ha portato a vincere queste trappole autodistruttive. Ovviamente questo discorso non vale se si deve provare, o aggiustare un suono che la sera prima non vi era piaciuto e che a casa non siete proprio riusciti a sistemare. Nel qual caso avvisate e procedete nel più breve tempo possibile. Ora iniziamo a microfonare le casse. Il primo passo è quello di posizionare i supporti dei microfoni.
Acchiappini vs. aste
Gli "acchiappini" non sono altro che il sistema idoneo al sostegno del microfono da ancorare alla cassa. Sono preferibili alle aste perché risolvono le scocciature che queste comporterebbero.
Le aste
- Sono pesanti e ingombranti da portarsi dietro. Quanti chitarristi tra le vostre conoscenze vanno in giro con le aste per microfonare le proprie casse?
- Non sempre sono disponibili perché il locale (o il service) non ne ha a sufficienza
- Si rompono troppo spesso
- Una volta fatti i suoni, esse non devono essere più toccate. Se accidentalmente vengono urtate e spostate di qualche centimetro, il suono cambia, perché cambia la posizione del microfono rispetto al cono. Nel qual caso sarà meglio rifare un breve sound check.
- Non è possibile, dopo il sound check della chitarra cambiare la posizione dell'amplificatore (perché per esempio innesca con la batteria, o è troppo lontana e si sente poco, ecc….) a meno che non si rifaccia un minimo di sound check. E' impossibile riposizionare il microfono alla stessa distanza e angolatura rispetto al cono sul quale è stato fatto il sound check.
- Spesso non mantengono la posizione. Perché il "braccio" scende, perché vengono urtate, perché cadono, ecc... Purtroppo ogni volta che il microfono si sposta il suono cambia.
- Sono ingombranti anche sul palco. Si corre il rischio di spostarle accidentalmente. Se urtate un'asta, nel peggiore dei casi, sparirete addirittura dall'impianto: non tutti i fonici riescono ad accorgersene subito.
Gli acchiappini
- Sono leggerissimi e trasportabili in una custodia, rack, ecc... Quindi possono far parte della dotazione personale e vi rendono ulteriormente autonomi.
- Se ben agganciati mantengono la posizione anche dopo un urto pesante
- Gli amplificatori possono essere spostati, sollevati in qualsiasi momento e luogo... nulla cambia perché l'acchiappino è attaccato alla cassa e si sposta con l'amplificatore stesso.
- Non sono ingombranti sul palco. Sporgono solo di una quindicina di centimetri.
- Migliorano l'estetica del palco. Attorcigliate il cannon-cannon del microfono e fatelo passare dietro la cassa. (Un'asta, invece, ha i fili che penzolano dappertutto).
Ma che cos'è un acchiappino?
In realtà non è altro che un piccolo braccio ancorato in qualche maniera alla vostra cassa. Può essere applicato al bordo, su una piastra metallica da voi fissata appositamente, sul rack che sta sopra la vostra cassa, ecc... Se ci pensate bene, molti oggetti possono svolgere questo scopo, basta che abbiano un sistema di ancoraggio (una pinza per esempio), e un braccio al quale attaccare il becco che regge il microfono.
Vista la loro robustezza, si rivelano ottimi i braccetti per i batteristi che servono per ancorare i microfoni ai rullanti o ai tom (vedi disegno…). Sperimentate e costruiteveli da voi. Dopodiché, probabilmente non vorrete più vedere un’asta attorno al vostro ampli!!!
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