I colori della musica

Sì esatto proprio vedere e non sentire.  L'altro giorno eravamo in cucina davanti ad un piatto di pasta io, Donato, Roberto e Diego Michelon un bravissimo arrangiatore che sta tenendo in RGA un seminario su come si lavora in studio e come in tutte le cucine che si rispettino stavamo chiacchierando.


Diego oltre ad essere un bravissimo arrangiatore è anche un ottimo pianista e alla domanda di Donato "Diego cosa stai studiando?" (ormai non mi stupisco più di questa domanda, perché ormai ho imparato che un musicista non smette mai di studiare) la risposta è stata "un po' di classica". A questo punto la conversazione si è spostata su di un autore che non conosco benissimo Claude Debussy so che è un compositore e pianista francese di cui conosco qualche brano.


Diego ci ha parlato un po' di questo musicista e ad un certo punto ha detto una frase che mi ha riportato alla mente il mio Insegnante di Musica delle medie (ve ne avevo già parlato a proposito degli insegnanti con la i maiuscola). La frase era "Debussy è stato un pianista impressionista, nel suo periodo la musica non doveva dare solo sensazioni di gioia  tristezza, amore, ecc ma doveva evocare immagini"


A  questo punto mi si è aperto uno dei cassettini della memoria, quelli che abbiamo tutti nascosti nella mente e ho ricordato il prof. Ernesto Tamagni che oltre ad insegnare musica alle medie era titolare della cattedra di teoria e solfeggio al conservatorio di Milano. Mi è venuto in mente perché durante le sue lezioni suonava spesso il pianoforte, era bravissimo e ci diceva ragazze (eravamo una classe tutta femminile) chiudete gli occhi e ditemi cosa vedete. Era bellissimo perché c'era chi vedeva i prati, chi le montagne, chi le cascate o paesaggi fantastici. Fino a qui nulla di strano ma la particolarità di tutto ciò è che il nostro prof. Tamagni era non vedente (e se non erro dalla nascita) e ci chiedeva di vedere per lui e descrivergli ciò ce vedevamo. A ripensarci ora ha ancora più valore di allora.


A me questa cosa è rimasta, forse anche perché avendo studiato danza classica per tanti anni è facile vedere i movimenti del corpo, o meglio i passi, che si adattano alla musica. Molto spesso infatti quando qualcuno mi fa ascoltare un suo pezzo e mi chiede la mia modesta opinione mi capita di dire bello mi piace e alla domanda perché rispondo perché lo vedo!


Ho saputo da poco, che il prof. Tamagni non è più tra noi, ma io ricordo e lo ricorderò sempre con affetti e anche se purtroppo non lo saprà mai gli dico "Grazie per avermi insegnato a 'vedere' la Musica!". Non stupitevi quindi se, come successe ad Antonio (Cordaro) o Andrea (Filippone), quando mi fecero sentire dei loro pezzi io chiudo gli occhi e dico bello.  Lo vedo!

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